
Ci ha preso gusto Andreina Di Girolamo! Dopo il romanzo su Franco Paolantonio (Melodia Op. 1, Albatros, 2018) e quello dedicato a Elena Ciamarra (Una bolla di tempo perfetto, Il Bene Comune, 2022), ha pubblicato, per le Edizioni Dieci Lune, Quel venerdì di settembre dal sole slavato e stanco.
Anche questo lavoro, come i due precedenti, parte da elementi storici novecenteschi per poi entrare nelle vite, nei particolari originali e specifici delle esistenze di individui in carne e ossa. Franco Paolantonio ed Elena Ciamarra, nei romanzi citati, sono stati avvicinati e amati nel tentativo riuscito di dar loro episodi di vita quotidiana, frasi nel fiato delle loro bocche, pensieri e sentimenti che purtroppo non riusciamo a trovare altrove per mancanza di notizie biografiche soddisfacenti.
Lo stesso desiderio – dare anima ai numeri e agli individui abbandonati nei libri di storia e nei ricordi delle proprie famiglie – ha spinto l’autrice a lavorare di scrittura per restituire esistenze reali ai morti del bombardamento di Isernia. È partita dai nomi, dalle età, dalle modalità di riconoscimento dei corpi… per ricostruire, da narratrice, le storie di quelle persone morte per la stupidità della guerra.
«Ho scritto questo racconto – scrive nella postfazione Andreina Di Girolamo – sull’onda delle emozioni provate nel leggere i nomi delle vittime civili dei bombardamenti subiti dalla città di Isernia ne La Seconda guerra mondiale e i bombardamenti del 1943 nelle carte del Tribunale di Isernia, catalogo egregiamente curato da Immacolata di Perna».
Erano stati gli spartiti del musicista a emozionare l’autrice e a spingerla a scrivere di Franco Paolantonio. Era stata una visita al palazzo di famiglia di Torella a ispirarla e stimolarla a scrivere di Elena Ciamarra. Qui, la lettura del catalogo con i nomi delle vittime dei bombardamenti. Dunque, è l’empatia la cifra fondante della poetica di Andreina Di Girolamo. La sua necessità di restituire quotidianità, normalità, umanità a quei personaggi che corrono il rischio di essere dimenticati per sempre.
Il libro appena uscito è un incrocio di desideri e di progetti, di incroci e coincidenze, di attenzione alle modifiche subite dalla toponomastica, di ritrovamento ed esposizione di attività lavorative e di consuetudini famigliari oramai in disuso e dimenticate.
Il lettore si emozionerà nel partecipare alle attività di tutti i giorni di persone, donne e uomini, bambine e bambini, mentre per loro si prepara l’evento catastrofico, la coincidenza maledetta. E avrà, nello stesso tempo, la possibilità di osservare lo svolgimento delle normalissime occupazioni delle persone comuni. E, così, avvicinarle portato per mano dall’autrice.
Così come per i protagonisti dei due romanzi precedenti – osservati in quel caso nella loro solitudine individuale – anche i personaggi di questo nuovo lavoro di Andreina Di Girolamo risaltano umanamente dalla pagina, vengono fuori nel rilievo della dignità che l’autrice ha voluto restituire alle loro figure:
«Immaginare la vita delle vittime del bombardamento di Isernia del 1943 – si legge ancora nella postfazione – è stata la mia partecipazione di profondo cordoglio, pur essendo per me perfetti sconosciuti e pur essendo passati tanti anni».